I PIACERI DELLA VITE NUMERO 3 - LUGLIO 2017 | Page 76

La bontà del vino si coglie quando le bottiglie si vuotano ...

La bontà del vino si coglie quando le bottiglie si vuotano ...

zioni anomale , tappi che condizionano negativamente il vino . Senza voler parlare di acidificazioni atte a metter sul mercato soluzioni idroalcoliche carbonicate , prodotte in territori non vocati al metodo classico . Il vino buono invece non è mai soltanto buono , ma è molto di più : dipende anche da noi , dal momento , dalla compagnia , dal cibo , dalla temperatura , dal tipo di calice e dallo stato d ’ animo . E ’ basilare farne una piccola , positiva ragione di un momento di vita , possibilmente condivisa . Ecco , il vino deve essere condivisione . Quindi ok , cambio risposta : il vino può esser oggettivamente buono soltanto quando è condiviso >>.
■ Gianfranco Fino ha rinunciato alla DOC . Stiamo perdendo qualcosa ? << Da sempre la D . o . c . non la fa il vino , ma il Produttore . Quindi Gianfranco Fino , per me e per chi capisce di vino , continua a produrre vino Doc , esattamente come fatto anche Gianfranco Soldera , Pacina , La Stoppa , Corrado Dottori , Cascina degli ulivi , Arianna Occhipinti e almeno altri 100 Produttori di alta qualità in Italia . A perderci sono solo le Istituzioni , che mettono in giro per il mondo vini Doc , alcuni anche molto buoni , a prezzi equi , ed altri rivendicati Doc a prezzi troppo bassi . Le bottiglie che non portano la Doc potrebbe-ro contribuire a comunicare il territorio di produzione e far bella l ’ Italia e invece non generano valore aggiunto , solo perché teste fascio-comuniste hanno deciso di fermare l ’ arte enologica , rischiando di far uscire vini senza anima . Noi vignaioli veri siamo anche oltre San Francesco d ’ Assisi : lui diceva che un ’ artista ci deve mettere mani , cervello , cuore … io aggiungo che un vignaiolo mmmm
... io aggiungo che un vignaiolo , oltre queste a tre qualità , deve pure metterci il portafogli ! Ecco quindi che la Doc andrebbe ripensata , poiché qui a rimetterci è solo l ’ Italia . Esistono vini , esistono grandi vini , ma finché il mondo del vino è governato da fasciocomunisti , cosa volete che succeda , se non aspettarsi di peggio ? >>
■ Su questo numero parliamo di produttori e siti internet . Qual ’ é il suo rapporto con la rete ? La ritiene importante per un produttore di vino ? << La rete e ’ democrazia . La rete quando alimentata aggiornata da persone terze è strategica . La mia azienda non ha un web site per diversi motivi . Ritengo sufficienti i social , se diligentemente alimentati , per una visibilità credibile . Il consumatore chiede via mail informazioni sui vini e sull ’ a- zienda e schiacciando due bottoni , l ’ azienda può rispondergli e informarlo a costo zero . I web site , oltre ad aver portato centinaia di sanzioni a molti miei colleghi , dicono ciò che più conviene , ma che spesso non è corrispondente al vero . Ma , che volete ? Che si dicano sul proprio conto cose poco opportune ? Che si facciano promesse che magari non si posson mantenere ? Che si deludano aspettative ? Che diano informazioni che , se lette sul Corriere della sera o Decanter , siano più credibili e di maggior effetto ? Il web richiede tempo perché andrebbe aggiornato settimanalmente . Ed un artigiano , se avesse mai tempo da buttare , è preferibile che lo investa a far un ’ igiene dentale , un bagno in mare , una discesa sugli sci , un passaggio dal barbiere o a bere un bicchiere di birra ... ovviamente artigianale >>. ■
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