LA CIVETTA May 2019 | Page 48

Curiosità linguistiche: l’inglese nell’italiano

“Stamattina ho mangiato una colazione molto healthy! Con uno smoothie alla banana e passion fruit e un avocado toast. Dopodiché ho bevuto un detox tea!”

Negli ultimi anni, i social network italiani sono un pullulare di parole ed espressioni inglesi che si sono ormai quasi del tutto, se non totalmente, affermate con particolare prepotenza nella lingua italiana. Partiamo dall’appena citata espressione social network, ad esempio. Il corrispettivo italiano esiste ed è “rete sociale” ma quale italiano direbbe mai una frase come: “passo troppo tempo sulle reti sociali”? Probabilmente nessuno. Anzi, in italiano l’espressione inglese è stata addirittura accorciata in social – “passo troppo tempo sui social”, sostantivo che, tra l’altro, è stato anche aggettivato per indicare una persona che è vittima di piattaforme come Facebook o Instagram e a cui si direbbe: “come sei social!”. In questo stesso ambito molto usate sono parole come tag e taggare, post e postare (o pubblicare), ma anche stories, hashtag e followers (o seguaci). Interessante è anche la parola stalkerare o stalkerizzare, adoperata in senso scherzoso e non necessariamente letterale quando si passa troppo tempo a “spiare” il profilo di qualcun altro.

Ma forse, più di tutti gli altri, è il campo gastronomico ad aver preso una particolare piega anglicistica. Con l’avvento di Instagram e del food porn (o porno culinario?), numerose sono le parole o espressioni inglesi che si sono fatte strada sui profili degli italiani. Clamoroso è stato il caso dell’aggettivo healthy (“sano”, “salutare”) presente sul profilo Instagram di ogni sportivo che si rispetti, preceduto da un cancelletto e seguito, magari, anche da lifestyle.

Eppure gli equivalenti in italiano esistono. Allora perché gli italiani usano così tante parole inglesi? È difficile dare una risposta precisa. In certi casi, si potrebbe affermare che alcuni termini si siano consolidati ancor prima che venisse trovato o inventato un corrispettivo italiano. Penso, ad esempio, alla parola computer, affermatasi quasi immediatamente in Italia, che però non ha avuto fortuna nello spagnolo o in altre lingue sorelle, come il francese o il portoghese. Stesso discorso va fatto per termini come airbag che non hanno mai conosciuto nemmeno un tentativo di traduzione a differenza del francese coussin gonfable e dello spagnolo bolsa de aire.

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