Gabinetto Nobile di Palazzo Altieri (1789-1790)
e fu nell’équipe di pittori che su com missione
della zarina di R ussia Caterina II e guidata dal
fiemmese Cristoforo Unterperger riprodusse a
grandezza naturale le Logge Vaticane di Raffaello
per il palazzo d’inverno dell’Er mitage 9 . Mentre
dai suoi dipinti di gener e animalier furono tratti
negli anni div ersi modelli grafici tradotti a
mosaico minuto dallo Studio del “Musaico della
Reverenda Fabbrica di San Pietro” in Vaticano
e dalle numerose botteghe di “mosaico in piccolo”
attive a R oma. Parte del r epertorio figurativo
adottato a modello dallo S tudio Vaticano negli
ultimi anni del XVIII secolo deriv a in effetti dai
dipinti di Peter, così come alcuni pannelli musivi
eseguiti da Cesare Aguatti o G iacomo Raffaelli
oggi conservati nelle più impor tanti raccolte del
mondo come la Gilbert Collection di Londra 10 .
Nei primi anni del XIX secolo Peter acquisì fama
e prestigio davvero internazionali. N el 1830,
pubblicandone il necr ologio, la rivista tedesca
“Kunstblatt”, definendolo “ritrattista degli ani -
mali”, ricordava come i suoi dipinti fosser o
an cora richiesti e spediti a “N apoli, Firenze,
Milano, Praga, in Prussia, Russia, Spagna, Fran -
cia, America e, soprattutto, in Inghilterra” 11 .
La stima goduta dall’artista presso la Curia Pontificia
Fig. 5: J. W. Peter, Combattimento tra un leone e una tigre, 1809 circa, olio su
tela. Città del Vaticano, Musei Vaticani.
in Olimpo da Giove, allusivo alla nobile genia del
principe ereditario Camillo, il figlio di M ar -
cantonio nato nel 1775) con una mirabile serie
di ben 162 animali, tutti div ersi, dipinti ad
affresco in modo estemporaneo, senza cioè alcun
modello grafico ma condotti dopo appr ofonditi
studi dal vero, tra gli arabeschi e le gr ottesche
affrescate sulle medesime pareti in un momento
imme dia tamente prece dente dal pittore ornatista
Pietro Rotati. Mentre diversi dipinti ad olio su
tela di soggetto animalier, molti dei quali oggi
dispersi, furono eseguiti per decorar e i so vrap -
porte di alcune stanze della palazzina 8 .
Trasferitosi definitivamente a Roma nel 1774, nei
cinquant’anni successivi (fino alla mor te so -
praggiunta nel 1829) il boemo Peter, già dagli anni
ottanta artista di grande successo pr oprio per le
sue apprezzate scene di lotta tra animali, fu
coinvolto nelle più significative imprese artistiche
che in quel lungo periodo si svolsero nella
capitale pontificia. Oltre ai lavori per il Casino
Borghese, prese parte negli stessi anni alla de -
corazione del Salone d’Oro di Palazzo Chigi, del
Fig. 6: J. W. Peter, Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, 1790-1829 circa, olio
su tela. Città del Vaticano, Musei Vaticani.
I principi, le arti, la città dal Settecento all’Ottocento, cata-
logo della mostra (Roma 2003 – 2004), a cura di A. Cam-
pitelli, Roma 2003.
8
Vedi F. Noack, Artisti nordici a Villa Borghese, in L’Italia
e l’arte straniera, “Atti del X Congr esso Internazionale di
Storia dell’Arte in Roma”, Roma 1922, pp. 413-417: p.
416.
9
Vedi M. B. G uerrieri Borsoi, La copia delle Logge di
Raffaello di Cristoforo Unterperger, in Cristoforo Unter-
perger. Un pittore fiemmese nell’Europa del Settecento, ca-
talogo della mostra, a cura di C. Felicetti, Roma 1998,
pp. 77-82; N. Nikulin, Le Logge di Raffaello all’Ermitage
di San Pietroburgo, in Giovan Battista Dell’Era (1765-
1799). Un artista lombardo nella Roma neoclassica, cata-
logo della mostra (Treviglio), a cura di E. Calbi, Milano
2000, pp. 29-39.
10
Cfr. J. Hanisee Gabriel, The Gilbert Collection: Micro-
mosaics, with contributions by A. M. Massinelli, and essays
by J. Rudoe and M. Alfieri, London 2000.
11
“Kunstblatt”, Necrolog, 1830, p. 191.
3
(fig. 7). Il dipinto, siglato in basso a destra e ri-
feribile al nono decennio del XVIII secolo, è
esemplificativo di un ulteriore registro ideativo
della produzione di Peter, in cui la dinamica
della cattura ha per pr otagonisti volativi rapaci
e non più i classici predatori felini. Ma è soprat-
tutto esemplificativo della grande v ersatilità di
Peter, fondata su attenti e ripetuti studi dal vero
in grado di compiacere ogni componente di quel
mondo di viaggiatori, ricco, sofisticato e cosmo-
polita, che tra S ette e Ottocento rese Roma il
centro del mondo, facendo le for tune di un
boemo nato armaiolo e div enuto pittore come
Wenzel Peter, per quarant’anni leader pressoché
incontrastato di questo par ticolarissimo genere
pittorico.
Francesco Leone
Fig. 7: J. W. Peter, Un gufo agguanta un gatto , 1780-1785, olio su tela,
Galleria Francesca Antonacci, Roma.
venne confermata nel 1831, quando M arianna
Peter, la figlia del pittor e ormai scomparso da due
anni, si rivolse a papa G regorio XVI per v endere
alcune delle opere rimaste nello studio del padre. Il
pontefice acconsentì all’ac quisto di ben undici
dipinti, im mediatamente trasferiti nelle raccolte dei
Musei Vaticani. Tra questi per mole e qualità spicca
la monu men tale tela di Adamo ed Eva nel Paradiso
Terrestre (fig. 6). Il dipinto, una sor ta di work in
progress cui Peter lavorò per quasi mezz o secolo
continuando ad aggiungere sempre nuovi animali
come do cu menta un uccello ancora non finito
collocato sul ramo di uno degli alberi, nello studio
del pittore fino alla sua morte e contenente ben 240
animali diversi, doveva costituire una sor ta di
enorme catalogo di v endita dal v ero su cui la
facoltosa clientela romana ed internazionale del
pittore poteva liberamente scegliere l’animale da
doversi raffigurare nel dipinto che si intendeva com -
missionare all’artista 12 .
Di questa produzione per il Grand Tour – tal-
volta così minuta, raffinata e pr eziosa da rievo-
care la ricchezza del micromosaico o il mondo
delle pietre colorate – è emblematica la piccola
tela raffigurante Un gufo che agguanta un gatto
Cfr. G. Sacchetti, “Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre”.
Di Venceslao Peter nella Pinacoteca Vaticana, in “Bollet-
tino, Monumenti, Musei e Gallerie Pontificie”, XI, 1991,
pp. 179-187.
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